Diversi gli itinerari che si snodano sotto Siena, Milano, Napoli, Orvieto e Bologna. Percorsi inediti, che si affiancano alle altre meraviglie di queste città
Veri e propri microcosmi, identità fatte di arte e architetture nascoste, ideali per chi è alla ricerca, come moderni Virgilio, di nuove emozioni. I sotterranei visitabili: catacombe, acquedotti e cisterne, nati in epoche diverse, da quella etrusca a quella dell’antica Roma, dal Medioevo al Rinascimento. Ne è un esempio Orvieto, città millenaria sospesa tra cielo e terra, che nasconde sotto la rupe un dedalo di oltre 2500 grotte e cunicoli, scavate dagli etruschi per l’approvvigionamento dell’acqua. Dal V al XV secolo gli stessi spazi furono utilizzati come luoghi di lavoro: mulini, concerie e frantoi. Interessanti da vedere nel sottosuolo orvietano sono i colombari: un susseguirsi di sale e corridoi, con circa 20.000 nicchie in cui venivano allevati i piccioni. Per visite guidate: www.orvietounderground.it. L’idea in più è visitare il laboratorio sotterraneo di pozzi e cunicoli etruschi della storica pasticceria Adriano (www.labirintodiadriano.it). E’ difficile immaginarlo ma anche sotto le vie trafficate della Milano che tutti conoscono si nasconde una città segreta, piena di rifugi e cripte che raccontano l’evoluzione della città. Quattro metri sotto piazza Duomo si trovano i resti del Battistero di San Giovanni alle Fonti e l’abside di Santa Tecla, le testimonianze più antiche della cristianità milanese (info: www.duomomilano.it). Sotto il Castello Sforzesco c’è la Strada Coperta della Ghirlanda, una suggestiva opera sotterranea che serviva per difendersi dagli attacchi nemici e garantire una via di fuga (www.milanocastello.it). La città milanese “di sotto” è fatta anche di rifugi antiaerei della seconda guerra mondiale e ancora oggi si vedono sui muri di alcune case delle frecce bianche e nere che ne indicavano l’accesso e l’uscita. Invece nel sottosuolo di Bologna ci sono decine di chilometri di canali sotterranei nei quali scorre l’acqua che un tempo alimentava lavatoi, mulini, cartiere, seterie, tintorie. Sempre nella “pancia bolognese” da non perdere è una visita alla Grotta del Ninfeo di Villa Guastavillani, una stanza ipogea naturale, raro esempio di riproduzione di una grotta marina all’interno di un edificio rinascimentale, secondo la concezione degli antichi romani, che immaginavano questi luoghi abitati dalle ninfe. Per tour guidati: www.amicidelleacque.org. E per rivivere le antiche atmosfere medioevali si cena a lume di candela al Portici Hotel (www.iporticihotel.com). Il suo ristorante si trova nell’ex ghiacciaia di Palazzo Maccaferri, che custodiva le derrate alimentari della Rocca di Galliera, residenza trecentesca del legato pontificio. Anche Siena dispone di un ardito e funzionale sistema di acquedotti costruiti nel XIII/XV secolo. Ancora oggi l’acqua che sgorga dalle fontane cittadine, come quella di piazza del Campo, è alimentata da questo sistema idrico. I suoi cunicoli, chiamati bottini per la loro forma a botte, si estendono per circa 25 chilometri. Oltre a stalagmiti e stalattiti spesso si trovano interessanti croci incise e statue di terracotta. Alcuni tratti di questo straordinario mondo sotterraneo sono visitabili come i bottini di Fonte Gaia, di Fonte Nuova, di Fonte delle Monache e delle Fonti di Pescaia. Per info: www.comune.siena.it. Per conoscere il cuore pulsante di Napoli, ripercorrendo la storia e la vita quotidiana di epoche passate, si va nelle viscere della terra. Il viaggio inizia da Piazza San Gaetano, dove, scendendo 121 scalini si arriva a 40 metri sotto il livello del mare e si cammina in angusti cunicoli, usati anche durante la seconda guerra mondiale come rifugi antiaerei. Altro sito da vedere è il Teatro Greco Romano a cui si accede da un basso in Vico Cinquesanti. Per info: www.napolisotterranea.org. Altra meta interessante nel sottosuolo della città partenopea è il Tunnel Borbonico, un vanto dell’ingegneria civile. Tre i percorsi: con il primo si visitano il ricovero bellico e i bacini dell’acquedotto. Con il secondo, navigando su una zattera all’interno di una galleria, si ammirano due cisterne del ‘500 e del ‘600. Infine per i più arditi c’è il “Percorso Speleo” che consente l’esplorazione dotati di imbragatura, tute, caschi e luci. www.galleriaborbonica.com/it.